martedì 10 giugno 2008

Il periodo Heian 平安時代 (794-1185)2

A Heiankyo, la corte raggiunse il suo massimo splendore sotto molti aspetti: la nobiltà della capitale conduceva un'esistenza fatta di un benessere e una raffinatezza, visibili nello splendore della produzione artistica e letteraria; con la sua raffinatezza e la sua impeccabile etichetta, essa competeva con le corti di ogni tempo e luogo, lasciando all'umanità alcuni esempi della migliore arte e letteratura del mondo antico. Allo stesso tempo, comunque, i principi e i cortigiani dell'odierna Kyoto, dedicandosi a passatempi piacevoli e a discorsi eruditi piuttosto che che all'amministrazione dello Stato, finirono per perdere il controllo sul mondo reale al di fuori della corte; intanto, godendo ancora di una certa autonomia e in un clima di relativa pace e stabilità, essi svilupparono le prime forme di una cultura nazionale, prendendo sempre più le distanze dal modello cinese.

Infatti, in seguito al declino della dinastia T'ang nel 907, il Giappone aveva interrotto i rapporti che aveva intrattenuto fino ad allora col continente; già nell'894, era stato deciso di non inviare missioni diplomatiche in Cina, a causa dei gravi disordini in atto. A partire dal IX secolo, insieme ai contatti politici cessava poi anche l'entusiasmo per tutto ciò che fosse cinese, mentre stava maturando una cultura autoctona, in grado di assimilare e adattare ciò che aveva fino ad allora acquisito da oltremare. In questo modo, nascevano in Giappone forme artistiche e letterarie originali e autonome, nonostante la Cina classica continuasse a godere di alto credito presso l'elite dominante.

Intanto, uno dei segni più evidenti dell'aumentato distacco dai modelli cinesi fu l'elaborazione, avvenuta nei secoli IX e X, di un nuovo sistema di scrittura: si tratta del kana, il sillabario giapponese, nato dalla trasformazione dei caratteri cinesi (kanji) in simboli fonetici privi di ogni significato specifico. I kana venivano utilizzati assieme ai kanji in una struttura grammaticale autoctona, diversa da quella cinese; inoltre, si dividevano a loro volta in 2 sillabari distinti, ciascuno fatto di circa 50 segni, uno corsivo (hiragana) e l'altro non corsivo (katakana).

In un primo momento, i sillabari kana, venivano usati principalmente dalle donne di corte che, in genere, non avevano abbastanza cultura per scrivere in cinese; invece, gli uomini più eruditi, disdegnavano di servirsi della propria lingua per scrivere opere importanti, dato che la conoscenza della cultura classica cinese continuava ad essere un requisito indispensabile e un tratto distintivo dello status di aristocratico. Così, mentre i maschi dell'aristocrazia continuavano a comporre scritti in cinese, generalmente di qualità mediocre, le loro dame, cimentandosi nella composizione di diari (nikki) e racconti (monogatari) in "giapponese", davano vita alla prima prosa letteraria in questa lingua. Fu in questo contesto, quindi, che la dama di corte Murasaki Shikibu scrisse, intorno al 1004, il Genji monogatari (la Storia di Genji), dove si narrano le avventure amorose e la maturazione psicologica di Genji, un principe immaginario. Considerato il primo romanzo in prosa della storia, il Genji Monogatari costituisce l'opera letteraria più eminente del periodo Heian e resta anche tra le maggiori di tutti i tempi. Essa, inoltre, fornisce informazioni utili, se non indispensabili, sulla vita sociale e culturale della corte imperiale dell'epoca, nonché sugli stessi cortigiani e sul loro totale disinteressamento verso le trasformazioni epocali che stavano avvenendo allora nelle province agricole.

1 commento:

TURAMBAR ha detto...

bello il blog, ke ne diresti di un scambio di link con me, sono turambar, il mio blog è warbegin.blogspot.com, ke ne dici?
il 20 fa un anno, non mancare!
la mia s'occupa di guerra, commenta pure, ti aspetto!